SBIANCAMENTO DENTALE
Sbiancamento dentale professionale ambulatoriale
Sbiancamento di denti devitalizzati
Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica superficiale che possono eseguire solo il dentista o odontoiatra e l’igienista dentale e che permette di migliorare il colore dei denti vitali e non, rendendoli più bianchi. A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi, disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni farmaci. I prodotti che vengono utilizzati a tal fine contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente. Lo sbiancamento funziona grazie alla liberazione di ossigeno da parte del perossido di idrogeno o di carbammide nel momento in cui viene posto a contatto con i denti. Queste molecole di ossigeno vanno a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, e dunque rendendole non più visibili. Lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali, non agisce su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale. Dopo il trattamento sbiancante, eventuali corone protesiche od otturazioni potranno essere maggiormente visibili in quanto non più adeguate al nuovo colore raggiunto dai denti naturali. In tal caso potranno essere sostituite con altre dello stesso colore dei denti sbiancati.
Lo sbiancamento di denti devitalizzati è una terapia odontoiatrica che può eseguire solo il dentista o odontoiatra. Dopo un’attenta diagnosi clinica e radiografica per avere un quadro preciso della situazione e della qualità delle terapie preesistenti, è necessario riaccedere alla camera pulpare del dente, praticando un foro sulla parete palatale del dente per detergere accuratamente l’ambiente ed eliminare tessuto cariato o residui organici ed isolare la camera pulpare dal canale radicolare. Questo, per favorire l’azione del gel sbiancante, che va posizionato all’interno del dente stesso, evitando nello stesso tempo che possa penetrare all’interno del canale radicolare. Il clinico può decidere di lasciare in posa il gel per circa un’ora, per poi ripetere l’operazione a distanza di una settimana per altre 3-4 volte, oppure può lasciare il gel all’interno del dente e dimettere il paziente, per poi cambiare il gel a distanza di qualche giorno. Anche in questo caso, la pratica viene ripetuta 3-4 volte. Normalmente questa decisione viene presa in base alla gravità della discromia. Per lo sbiancamento di denti devitalizzati si utilizzano sia perossido di idrogeno che perossido di carbammide (la carbammide o diammide dell’acido carbonico è anche nota come urea) in varie concentrazioni, in base alle esigenze di trattamento.
Questo trattamento è indicato anche quando, in presenza di forti discromie, si desiderano applicare delle faccette estetiche in ceramica o composito.
Lo sbiancamento dentale professionale attualmente è una pratica sicura per i pazienti, che non altera o rovina lo smalto dei denti e inoltre permette una predicibilità di risultato molto elevata. Perché avvenga tutto ciò ovviamente è necessaria una visita accurata da parte del dentista e l’uso di prodotti certificati. Nonostante ciò, i possibili effetti collaterali che si possono presentare sono ipersensibilità dentinale e lievi ustioni chimiche delle gengive. L’effetto collaterale più comune è l’ipersensibilità dei denti soprattutto agli stimoli termici freddi. Tale sensibilità, che può essere più o meno lieve, è assolutamente reversibile nel giro di poche ore oppure, in pochissimi casi, nel giro di qualche giorno.
Un altro comune effetto è quello di percepire sui denti delle “scossette”, estremamente brevi. Un blando analgesico è d’aiuto in questi casi qualora non si voglia sopportare tale piccolo inconveniente, normale e che si risolve entro mezza giornata circa.
La sensibilità dovuta allo sbiancamento dentale può essere attenuata con l’applicazione topica di fluoro o di nitrato di potassio (i principi attivi dei desensibilizzanti che possono essere forniti dal dentista), utilizzando dentifrici desensibilizzanti ed evitando di assumere:
- cibi troppo caldi o troppo freddi;
- cibi o bevande ipertoniche (per esempio bibite molto zuccherate);
- cibi o bevande eccessivamente acidi (bibite gasate, succhi di frutta, yogurt ecc).
Può verificarsi anche una temporanea infiammazione delle gengive dovuta al contatto con l’agente sbiancante (ustione chimica). La sensazione che si può provare è simile al bruciore e le zone interessate possono anche apparire biancastre. La cosa non deve assolutamente preoccupare, si risolverà spontaneamente in poche ore.
Un altro effetto collaterale, che si può verificare quasi esclusivamente nei denti devitalizzati, è il riassorbimento radicolare. Questa evenienza è molto rara, soprattutto se la tecnica di sbiancamento viene eseguita correttamente.
Durante il trattamento sbiancante sarebbe opportuno evitare l’assunzione di cibi e bevande pigmentanti come per esempio:
- tè, caffè ecc;
- fumo (sigarette, pipa), tabacco da masticare;
- bevande e bibite colorate come Coca-Cola, vino, cocktail ecc;
- salse e sughi;
- verdure come carciofi, carote, pomodori ecc;
- frutta come fragole, frutti di bosco, marmellate ecc;
- caramelle colorate, liquirizia;
- collutori.