ENDODONZIA E RESTAURATIVA
Dott. Mario Lendini
Ha impostato la propria crescita professionale sull’Endodonzia, raggiungendo i vertici scientifici e clinici in Italia, con la Società Italiana di Endodonzia di cui è Presidente Eletto e sarà in carica come Presidente nel biennio 2023-24.
E’ relatore e docente, in particolare sull’endodonzia chirurgica e sull’uso del microscopio operatorio, in corsi e congressi nazionali e internazionali.
E’ il punto di riferimento per molti Colleghi, che gli inviano i propri Pazienti per la risoluzione di casi complessi.
Dott.ssa Elisa Faure
Giovane professionista con la passione per la professione.
Si dedica principalmente alla conservativa estetica e funzionale, all’endodonzia ed all’odontoiatria pediatrica.
L’Endodonzia è la branca dell’Odontoiatria che si occupa della patologia pulpare e tratta le cause che interferiscono con la vitalità dell’elemento dentario. Stimoli di origine termica o traumatica sono in grado di compromettere la vascolarizzazione e l’innervazione pulpare fino ad arrivare alla perdita irreversibile della vitalità pulpare. Le carie penetranti invece provocano un’infezione batterica diretta della polpa che progredisce inevitabilmente nella necrosi. Tali stimoli nocivi sulla polpa ancora vitale scatenano una forte sintomatologia dolorosa e sono indicativi di un danno pulpare irreversibile al quale si fa fronte con il trattamento dei canali del dente interessato, terapia più comunemente nota come “devitalizzazione”. Essa consiste nella completa detersione e strumentazione di ciascun canale mediante strumenti appositi e nella sua sagomatura al fine di renderne possibile la completa otturazione con un materiale inerte e sigillante (la guttaperca).
Il ritrattamento di canali già trattati è competenza dell’endodontista il quale sempre più spesso attualmente si trova a dover revisionare cure datate che hanno perso la loro efficacia. Non è infrequente in questi casi la presenza di calcificazioni all’interno dei canali che rendono difficile e talvolta impossibile la progressione degli strumenti e che spesso compromettono il successo del ritrattamento.
Nei casi in cui, a seguito del ritrattamento, non scompaiano i segni e sintomi della patologia si interviene chirurgicamente accedendo direttamente alla radice attraverso l’osso otturando il canale dall’apice (in modo retrogrado) con un interveto detto apicectomia o, più correttamente, endodonzia chirurgica, che deve essere eseguito con l’ausilio del microscopio operatorio.
Il dente trattato endodonticamente deve sempre essere ricostruito per poter poi essere ricoperto da un manufatto protesico ( intarsi, corone, ponti).
La Restaurativa si occupa del trattamento delle lesioni cariose o traumatiche dei tessuti duri del dente.
I tessuti danneggiati o mancanti sono sostituiti da otturazioni, in cui l’estetica si coniuga ormai perfettamente con la funzione e l’efficacia della terapia.
Negli ultimi anni la ricerca ha introdotto materiali sempre più estetici che hanno ormai totalmente sostituito i vecchi materiali come l’amalgama d’argento.
Quindi oggi anche sui denti posteriori si realizzano restauri che hanno buone qualità di resistenza ai carichi masticatori e di chiusura della cavità e ottime caratteristiche estetiche, trattandosi di materiali “bianchi”.
Qualora la perdita di tessuti dentari sia eccessivamente estesa, si procede al recupero del dente attraverso l’applicazione di intarsi. Come indicato dal loro stesso nome, si tratta di piccoli manufatti realizzati dal laboratorio odontotecnico che vengono cementati sul dente danneggiato sostituendo la parte mancante.
Quando la carie raggiunge le vicinanze o penetra nella polpa dentaria (il cosiddetto nervo), diventa necessario devitalizzare il dente, ma di questo si occupa l’Endodonzia.