ENDOCRINOLOGIA E DIABETOLOGIA

Dr.ssa Cristina Matteoda
Specialista in Endocrinologia e Malatttie Metaboliche
Ha dedicato la sua vita professionale particolarmente alla Diabetologia, in cui ha maturato una grande esperienza che, unita alle sue attitudini personali nel rapporto umano con i Pazienti, le permette di affrontare casi complessi e semplici con assoluta capacità e competenza.

L’Endocrinologia è quella branca della medicina interna che studia il sistema endocrino con particolare attenzione verso le patologie delle ghiandole a secrezione interna, ossia quelle il cui prodotto viene direttamente immesso nel sangue. Tali prodotti prendono il nome di ormoni.
Gli ambiti di specifica competenza sono quindi, l’Endocrinologia, la Diabetologia e l’Andrologia; la fisiopatologia e clinica endocrina della riproduzione umana, dell’accrescimento e delle attività motorie; la fisiopatologia e clinica del ricambio con particolare riguardo all’obesità e al metabolismo glucidico, lipidico ed elettrolitico.
Il Diabete (Mellito) è una patologia in continuo aumento, che ormai colpisce quasi il 6% della popolazione. Ciò significa che su 16 cittadini italiani uno è diabetico.
La sua incidenza aumenta con l’età: sopra i 75 anni si calcola che una persona su 5 sia affetta da Diabete.
Spesso la patologia può essere presente ma i sintomi sono minimi e possono non essere notati: si calcola che ogni 5 pazienti con diagnosi certa vi sia almeno 1 soggetto che non sa di avere la malattia. Tradotto in altri termini: in Italia ci sono circa 4 milioni di pazienti con il Diabete e circa 1 milione di soggetti che hanno il Diabete e non lo sanno.
I sintomi del diabete sono spesso inappparenti, tanto che la diagnosi avviene di frequente in modo “casuale”.
In una minoranza di casi il paziente può avvertire sete insistente, aumento della necessità di urinare, soprattutto di notte (attenzione, a volte non è solo la prostata!) ed un inspiegabile calo di peso (verificatosi rapidamente, nello spazio di 2-3 mesi, senza modifiche rilevanti dell’alimentazione).
In qualche caso la diagnosi avviene in Pronto Soccorso per un malore collegato ad una condizione di glicemia molto elevata.
Perché il Diabete comporta l’elevazione del tasso di glucosio nel sangue, causata da una insufficiente produzione o attività dell’ormone pancreatico insulina.
La glicemia alta incontrollata provoca in tutto il corpo, soprattutto nei vasi sanguigni, un danno che nel tempo, dopo 5-10 anni, può diventare molto importante e causare la perdita della funzione dell’organo interessato.
Quindi, il diabete, se non viene curato bene abbassando i livelli di glicemia ad una soglia quasi “normale”, può provocare: problemi renali seri fino a portare alla dialisi, danni alla retina fino alla cecità, danni ai vasi sanguigni di cuore e cervello, che danno luogo ad ictus ed infarto cardiaco, danni ai nostri arti, soprattutto alle gambe e ai piedi, che conducono talvolta alla scelta dolorosa di effettuare un’amputazione per salvare la vita al paziente. Queste patologie sono definite “complicanze del Diabete”
Il Diabete agisce inoltre in tanti altri distretti del nostro: dalla pelle (dermatosi), ai denti (rischio di piorrea, cioè caduta dei denti), al sistema immunitario (rischio di infezioni), al sistema coagulativo (rischio di trombosi).
Tutti possiamo ammalarci di diabete, ma il rischio maggiore è per coloro che presentano familiarità per la malattia, sovrappeso o obesità, soprattutto con adipe localizzato principalmente all’addome, stili di vita sbagliati (alimentazione sregolata, sedentarietà, consumo eccessivo di alcoolici), ipertensione arteriosa, precedenti malattie cardiovascolari.
L’età è di per se stessa un fattore di rischio, perché il Diabete è collegato indubbiamente anche all’invecchiamento dell’organo pancreas.
Ci sono più criteri utili per fare la diagnosi di Diabete, ma il principale è il riscontro di una glicemia a digiuno, dosata con il prelievo di sangue, uguale o superiore a 125 mg/dl in due occasioni. Non è raccomandato invece fare la diagnosi di diabete sulla glicemia capillare, cioè quella rilevata con il glucometro (“apparecchietto” per controllare la glicemia a casa) perché questo utilissimo strumento, destinato solo a chi ha già diagnosi di diabete, può non essere così preciso rispetto al rigore richiesto per definire la presenza di malattia.
No, esistono tanti farmaci attivi contro il diabete e solo quando la situazione si aggrava molto, di solito dopo circa 10 anni dall’inizio della malattia, è necessario ricorrere all’insulina perché essa diventa l’unico trattamento efficace.
E’ importantissimo però, fin dall’esordio della malattia, modificare le abitudini alimentari sbagliate, combattere la sedentarietà e ridurre il peso, quando necessario, poiché i preparati farmacologici da soli hanno efficacia limitata se non vi sono anche le modifiche dello stile di vita.
In altre parole il diabete “…non si combatte solo con le pastiglie…”
Una piccola minoranza di casi di diabete è fin dall’inizio più grave e necessita di essere trattato da subito, e per sempre, con insulina, essendo non responsivo ai farmaci per via orale. Si tratta del Diabete mellito “tipo 1” che, differentemente da quello più comune di cui abbiamo parlato finora (denominato “tipo 2”), origina da un “errore” del sistema immunitario, che va a distruggere le cellule producenti insulina situate nel pancreas.
Il Diabete Mellito tipo 1 è il diabete dell’età infantile e giovanile, richiede trattamenti più complessi e presenta maggiore difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di cura.
Si’, se vengono corretti i fattori di rischio di cui abbiamo già parlato qui sopra.
Ovviamente non sarà possibile correggere la familiarità, ma è dimostrato dagli studi che ridurre il peso corporeo, se è abbondante, effettuare attività fisica regolarmente e seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, con la limitazione degli alimenti dolci e di quelli grassi ed il consumo di 4-5 porzioni/die di frutta/verdura, permette di prevenire il diabete, ritardandone quanto meno l’insorgenza.
Inoltre, se si sono superati i 45 anni e si ha qualche condizione di rischio per diabete, è opportuno effettuare periodicamente gli esami del sangue opportuni, consigliandosi con il proprio Medico di famiglia.