ANESTESIOLOGIA

Dott. Franco Francone

Specialista in Anestesiologia, Rianimazione e Terapia intensiva

Dott. Luciano Comelli

Specialista in Anestesiologia, Rianimazione e Terapia intensiva

Dott.ssa Elisa Recchia

Specialista in Anestesiologia, Rianimazione e Terapia intensiva

Terapia del dolore

Chi è l'Anestesista

L’anestesista è un medico specialista in anestesia e rianimazione. Il suo compito, durante tutta la durata dell’intervento chirurgico, è da un lato quello di sorvegliare e mantenere un adeguato piano di anestesia generale e dall’altro quello di controllare che tutte le funzioni vitali dell’organismo del Paziente si mantengano entro livelli di normalità, intervenendo con terapie farmacologiche e strumentali ogni volta sia necessario. Questo controllo viene fatto anche con strumenti di monitoraggio che permettono di conoscere continuamente le condizioni respiratorie, cardiocircolatorie, renali, della temperatura corporea del Paziente.

Salus360°: i servizi anestesiologici

Salus360° Cliniche di Medicina Integrata offre il supporto anestesiologico clinico e strumentale necessario in tutti gli interventi di chirurgia ambulatoriale eseguiti nella nostra struttura sanitaria. In Salus360° non vengono eseguite tecniche di anestesia totale, ma solo locali, plessiche e in sedazione cosciente.

Esistono però moltissime tipologie di interventi chirurgici in area medica e odontoiatrica dove l’anestesia locale viene effettuata dal chirurgo stesso, tuttavia in molti casi l’intervento dell’anestesista è consigliato dall’operatore o richiesto dal Paziente.

L’operatore può consigliare al Paziente di eseguire l’intervento sotto il controllo dell’anestesista quando riscontra particolari situazioni cliniche generali, quando il Paziente soffre di significativi stati ansiosi, oppure quando giudica che l’intervento possa comunque meglio essere eseguito e sopportato in uno stato di sedazione cosciente.

Il Paziente può richiedere l’opera dell’anestesista quando vuole evitare lo stress e l’ansia dell’intervento, o vuole semplicemente essere costantemente sotto controllo. La sedazione cosciente è sempre associata a tecniche di anestesia locali o plessiche. Al termine dell’intervento l’anestesista somministrerà degli antidoti che riporteranno il Paziente al completo stato di coscienza permettendogli di rientrare a casa autonomamente, anche se un accompagnatore è sempre consigliato.

Non trascurabile vantaggio al termine dell’intervento eseguito sotto sedazione cosciente il Paziente non ricorderà nulla dell’intervento stesso.

 

A cosa serve la visita anestesiologica?

La visita anestesiologica serve al Paziente e ai suoi familiari per conoscere il medico anestesista che è sempre uno specialista in Anestesia e Rianimazione. Serve al medico anestesista per conoscere il Paziente e i suoi familiari, per approfondire le sue patologie e per spiegare tutto ciò che succederà in sala operatoria, chiarendo i dubbi e le perplessità riguardo al tipo di anestesia e al come affrontare il periodo pre, intra e postoperatorio.

Dall’anamnesi, dalla visita clinica e dalla verifica degli esami di laboratorio il medico anestesista valuta:

  • l’idoneità del Paziente ad essere sottoposto all’intervento chirurgico;
  • la necessità di eventuali altri indagini diagnostiche;
  • il rischio anestesiologico;
    poi compila la cartella anestesiologica, esprimendo un giudizio clinico sullo stato del Paziente.

Durante la visita anestesiologica sono illustrate le possibili tecniche anestesiologiche da effettuarsi nel caso specifico, in relazione al tipo di intervento, alla storia clinica e all’iter del Paziente.
Al termine della visita il medico anestesista acquisisce il consenso/dissenso informato da  Paziente o dai suoi tutori legali in caso di minore età, dopo aver fornito adeguate informazioni sui rischi e sui benefici associati alle procedure anestesiologiche .

Infine darà indicazioni di comportamento e prescriverà, se necessario, farmaci preoperatori (es. premedicazione).

Anestesia

Anestesia, indica genericamente l’abolizione della sensibilità, della coscienza e del dolore, associato a rilassamento muscolare. L’anestesiologia è quindi quella branca della medicina che si occupa di annullare la sensibilità dolorifica e la coscienza durante un intervento di chirurgia o durante una procedura invasiva. La parola fu inventata dal medico e poeta Oliver Wendell Holmes, che la mutuò dal greco ἀναισθησία (“mancanza della facoltà di sentire”, per via dell’alfa privativo).

Gli scopi dell’anestesia sono: la soppressione dello stato di coscienza (ipnosi), l’abolizione del dolore (analgesia), il rilassamento dei muscoli (miorisoluzione), l’abolizione del ricordo (amnesia) e la riduzione delle complicazioni legate allo stress chirurgico.

L’anestesia viene divisa in tre fasi: pre-operatoria (preparazione), intra-operatoria (somministrazione dei farmaci anestetici e monitoraggio) e post-operatoria (risveglio e recupero delle funzioni vitali).

È indispensabile in ogni tipo di chirurgia, in quanto consente ai pazienti di essere sottoposti ad interventi e ad altre procedure (TAC, endoscopia) senza dolore, ansia e proteggendo l’organismo dal trauma dell’intervento stesso. I progressi della chirurgia maggiore sono dovuti principalmente ai progressi della moderna anestesia. Infatti essa permette di poter anestetizzare, oggigiorno, praticamente qualsiasi tipo di paziente: qualunque sia la sua condizione di salute ed i rischi connessi.

Tecniche di anestesia

Esistono differenti tecniche di anestesia:

  • Anestesia topica o di superficie: è un’abolizione reversibile della sensibilità in una piccola parte del corpo mediante la somministrazione esterna e localizzata di anestetici sotto forma di creme, unguenti, gel o spray, in genere su una zona di cute o mucosa.
  • Anestesia locale: è un’abolizione reversibile della sensibilità in una piccola parte del corpo mediante la somministrazione localizzata di anestetici attraverso infiltrazione della cute o del sottocutaneo nella zona interessata dall’intervento.
  • Anestesia loco-regionale o regionale: è un’abolizione reversibile della sensibilità e della motilità in una regione del corpo mediante l’iniezione selettiva di anestetico intorno ad un tronco o un plesso nervoso (anestesia tronculare o plessica), oppure a livello midollare (anestesia subaracnoidea) o perimidollare (anestesia epidurale). Con l’anestesia loco-regionale solo una zona specifica del corpo è anestetizzata: il dolore proveniente da questa zona viene bloccato e non arriva al cervello. I vantaggi sono: eliminazione del dolore senza abolizione della coscienza e riduzione degli effetti collaterali tipici della anestesia generale (gola dolente, nausea, vomito). L’anestesia loco-regionale è basata sull’uso di farmaci anestetici locali ai quali possono essere aggiunti, secondo la sede e la tipologia di anestesia, farmaci coadiuvanti (oppioidi, clonidina) che potenziano o prolungano l’effetto degli anestetici locali. L’anestetico locale per essere efficace deve essere iniettato il più vicino possibile alle strutture nervose che innervano la parte del corpo che si vuole rendere insensibile. Per ottenere questo risultato sono state studiate numerose tecniche: tecnica del mandrino liquido (epidurale), fuoriuscita di liquor (subaracnoidea), puntura secondo reperi anatomici con ricerca della parestesia, puntura secondo reperi anatomici con uso di un elettroneurostimolatore (ENS). Un’evoluzione recente dell’anestesia locoregionale è rappresentata dall’uso degli ultrasuoni per l’esecuzione dei blocchi. L’uso dell’ecografia sta progressivamente risolvendo il limite di dover eseguire i blocchi nervosi alla “cieca” (ossia solo in virtù di reperi anatomici classici). La visualizzazione diretta ecografica delle strutture nervose (singoli nervi o plessi) consente di seguire in tempo reale la diffusione dell’anestetico intorno alla struttura “target”, aumentando le percentuali di riuscita del blocco con la possibilità di somministrare un quantitativo ridotto di anestestico locale.
  • Sedazione: può essere profonda o cosciente; è utilizzata per procedure diagnostiche o terapeutiche moderatamente dolorose, quali le endoscopie, o in associazione a un’anestesia locale.
  • Neuroleptoanalgesia: è una situazione di indifferenza al dolore ed agli stimoli esterni in cui il paziente mantiene però, almeno in parte, la capacità di collaborare.
  • Anestesia generale (tecnica non applicabile nella struttura sanitaria Salus360°): è caratterizzata da tre eventi, cioè:
    1. totale perdita di coscienza,
    2. analgesia completa,
    3. rilasciamento muscolare (anche dei muscoli respiratori, per cui il paziente durante l’intervento respira tramite l’ausilio di un respiratore meccanico);
Può essere totalmente endovenosa (TIVA) se questi tre aspetti dell’anestesia generale sono ottenuti esclusivamente con farmaci somministrati per via venosa; oppure inalatoria se realizzata con anestetici volatili dati attraverso la via respiratoria.
È il tipo di anestesia più usato, in particolare negli interventi che richiedono incoscienza del paziente, lunga durata, rilassamento muscolare prolungato. Durante l’anestesia generale tutto il corpo è paralizzato, il cervello è profondamente addormentato ed il paziente non sente nulla e non ricorda l’operazione subita. È un metodo multifarmacologico (si usano molti farmaci combinati).
  • Anestesia combinata (blended): cioè l’associazione di due tecniche precedentemente citate; l’anestesia locoregionale (peridurale), associata ad una sedazione profonda o all’anestesia generale. Questa tecnica permette di gestire meglio l’analgesia, sia durante che dopo l’intervento chirurgico; ma allo stesso modo, permette di effettuare un’anestesia più bilanciata e meglio sopportata da pazienti in precarie condizioni di salute.
Quali sono i rischi dell'anestesia?

Tutte gli interventi e le anestesie hanno un minimo rischio che dipende anche dal tipo di chirurgia e dalle condizioni di salute del Paziente. Per fortuna questi eventi avversi sono molto rari. L’anestesista prende tutte le precauzioni del caso per prevenire ogni complicanza che potrebbe verificarsi “con la stessa frequenza di quando si guida o si attraversa la strada”. I rischi possono aumentare durante particolari procedure chirurgiche o in pazienti portatori di altre malattie. L’anestesista illustrerà qualsiasi rischio aggiuntivo associato con la sua anestesia ed il suo intervento e, nel caso, consiglierà l’esecuzione dell’intervento chirurgico in una struttura ospedaliera dotata di reparto di rianimazione.
Le tecniche ed i farmaci impiegati sono divenuti sempre più sicuri e senza rischi. Infatti oggi sono pochi i pazienti che vengono dichiarati “inoperabili” in quanto portatori di malattie talmente gravi da rendere molto rischiosi lo stesso intervento chirurgico e l’anestesia.